Nella proposta definitiva di Piano faunistico venatorio regionale la giunta regionale dovrà tenere conto, anche avviando la opportuna concertazione con le organizzazioni del mondo agricolo e venatorio, della possibilità di salvaguardare le autorizzazioni in essere per quanto concerne i capanni di caccia sul lago di Massaciuccoli, anche valutando le forme più opportune per consentire ai titolari di cedere la propria autorizzazione o in vita, o dopo la morte. E’ questo l’impegno votato ieri durante la seduta del Consiglio regionale con un’apposita risoluzione presentata dal consigliere regionale e presidente della commissione Ambiente e territorio Stefano Baccelli (Pd). Il documento era collegato all’informativa che l’assessore regionale Marco Remaschi ha tenuto in aula per informare il Consiglio sulla definizione del nuovo Piano faunistico della Toscana.
«Questa risoluzione – ha spiegato Baccelli intervenendo in Aula – nasce per richiamare i contenuti di una mozione approvata nel marzo scorso che si faceva carico del problema dei capanni di caccia sul lago di Massaciuccoli, ricordando che la determina della Provincia di Lucca 3427/2015 fa rientrare il lago medesimo e il padule di Massaciuccoli nei “Siti rete Natura 2000” che presentano densità di appostamenti fissi superiori alla densità media provinciale (1,4 appostamenti/100 ettari) e in cui quella venatoria è segnalata come attività critica. Questa misura di contingentamento impedisce a chiunque sia attualmente titolare di autorizzazione, di cederla in vita o di farvi subentrare altri dopo la morte. Tale situazione di stallo normativo verrà superata con l’approvazione del nuovo piano faunistico venatorio regionale il cui iter oggi ha visto il suo importante avvio. Credo – ha chiarito Baccelli – che sia l’occasione giusta per salvaguardare una tradizionale forma di caccia che in quei territori tanto ha dato in termini di cultura, non solo al mondo venatorio dato che i medesimi cacciatori titolari di autorizzazione, nella preparazione dell’appostamento, svolgono anche attività di interesse ambientale, provvedendo alla manutenzione e alla pulizia dell’ambiente. Si tratta quindi – ha concluso – di trovare il consueto equilibrio tra tutela della risorsa e attività venatoria”.